Sempre Connessi
PRO E CONTRO
di una generazione di "Sempre Connessi"

Vi è mai capitato di uscire di casa e dopo mezz’ora accorgervi di aver dimenticato di prendere il telefono?

Qual è la prima sensazione che percepite? Vi racconto la mia esperienza.

Quando mi capita inizialmente vado in panico, anche perché utilizzo il mio cellulare per fare tutto (appuntamenti, e-mail…). Dopo qualche minuto però mi fermo a riflettere e mi rendo conto che senza, sto molto meglio! Riesco ugualmente a gestire il mio lavoro e i miei appuntamenti tramite pc e non mi sento più dipendente da un apparecchio elettronico.

Siamo la generazione dei “sempre connessi” e questo non ha solo ripercussioni da un punto di vista sociale ma mettiamo a rischio anche la nostra salute. Ho scritto questo articolo prendendo spunto dal libro di Paolo Soffientini, un ricercatore che ho avuto il piacere di conoscere in uno dei miei tanti corsi di formazione. Il libro si chiama “Cent’anni da leoni” e in un capitolo si parla dell’impatto che i telefoni cellulari hanno sul nostro corpo grazie a degli studi che sono stati condotti in ambito scientifico.

Ve ne citerò alcuni e vi consiglio spassionatamente di leggere il libro per intero.

Grazie a questi apparecchi oggigiorno riusciamo ad essere connessi con il mondo h24, dove e quando vogliamo. Dall’altra parte però hanno aumentato la paura per i rischi alla nostra salute a causa dell’esposizione costante a qualunque sistema che emette radiazioni. Da tanti anni ci si è interrogati se i telefoni cellulari potessero arrecare dei danni all’uomo data l’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenze (RF-EMF). Le radiofrequenze sono radiazioni non ionizzanti. A differenza di quelle ionizzanti, che creano danni al DNA, le informazioni che si hanno sulle radiofrequenze sono scarse. Nei prossimi anni avremo le risposte a queste domande, ma nel frattempo è importante iniziare a tutelarsi, visto che tutti possediamo un telefono cellulare, inclusi i bambini, anche molto piccoli.

Molti genitori al giorno d’oggi non sono capaci di staccare i telefoni cellulari dalle mani dei propri figli. Più facile mettere davanti ai loro occhi un cartone animato o un gioco per assicurarci una cena o un paio di ore di tranquillità. Senza ombra di dubbio i telefoni di nuova generazione hanno un’emissione di radiazioni molto più debole rispetto ai primi modelli, ma studi effettuati su sistemi animali hanno dimostrato che le radio frequenze aumentano la permeabilità della barriera ematoencefalica, quella che ha la funzione di evitare che il cervello possa essere esposto a infezioni. Inoltre alterano i livelli fisiologici di calcio intracellulare, andando ad alterare i sistemi di comunicazione tra le cellule e, a lungo andare, provocano danni ai tessuti cerebrali.

Tutti i processi che proteggono il DNA e i meccanismi che regolano il ciclo vitale delle cellule risultano alterati negli organi direttamente a contatto con il telefono, e in particolare le sedi delle funzioni sensoriali come l’udito, il tatto, la vista, l’olfatto, il movimento, e le funzioni cognitive come il pensiero, la percezione, la capacità di problem solving e la comprensione del linguaggio. Passiamo poi ai disturbi del sonno molto frequenti negli adolescenti e negli adulti che utilizzano spesso il cellulare. I livelli di prostaglandina D2 (un neurormone che promuove il sonno) risultano diminuire fortemente in individui dai 18 ai 30 anni che fanno un uso quotidiano molto alto del cellulare.

Uno studio condotto su giovani dai 20 ai 24 anni ha messo in evidenza disturbi muscolo scheletrici a livello delle spalle, del collo, tendiniti e artrosi del primo carpo-metacarpo associata al texting e a un eccessivo utilizzo del telefono, ovvero più di 20 messaggi al giorno. Per quanto riguarda il cellulare tenuto nella tasca dei pantaloni, studi effettuati su topi hanno dimostrato che 4 ore di esposizione a radiofrequenze, nei testicoli, è associato a variazioni della morfologia e a riduzione della motilità e vitalità degli spermatozoi, ma non al loro numero, e a modifiche del loro DNA che potrebbero ripercuotersi non solo sulla propria salute, ma anche sulla futura progenie.

Per quanto riguarda la capacità di compiere più azioni contemporaneamente all’uso del telefono, è stato dimostrato che mentre si legge o si scrive un messaggio, oppure si guarda una mappa, non si è in grado di camminare in linea retta, se non con delle ricorrenti correzioni, e che, nel 35% dei casi, non vi è la capacità di evitare gli ostacoli.

Nonostante ciò pensiamo di guidare mentre chattiamo. Ciò provoca innumerevoli morti ogni anno a causa delle ricorrenti distrazioni alla guida. Bisognerebbe assolutamente evitare di guardare il cellulare in macchina. Nessuna generazione prima di quelle recenti, è mai stata esposta fin dall’infanzia o dall’adolescenza a questa fonte di radiazioni, e anche se ci vorranno più di 20 anni per comprendere un eventuale legame con l’insorgenza di tumori cerebrali e di altri disturbi neurodegenerativi, è già stata evidenziata più volte la correlazione tra un’eccessiva esposizione alle RF emesse dai telefoni e la possibile insorgenza di gliomi – tumori primari del sistema nervoso centrale – e neuromi acustici – tumori benigni del nervo uditivo, che regola anche l’equilibrio.

Le radiofrequenze, infatti, tendono a scaldare i tessuti con cui sono direttamente a contatto (orecchie, tempie, mascelle). Si dice spesso che questi dispositivi aiutano a socializzare e a connettersi con più persone, tutto vero, ma provate a guardarvi intorno. Per strada, al supermercato, al ristorante siamo sempre connessi. Siamo troppo impegnati a chattare e a rivolgere lo sguardo verso il cellulare mentre attorno a noi tutto scorre e molto spesso ci perdiamo i momenti più belli.

Vi do un consiglio: preserviamo gli occhi per qualcosa di più bello. Spegniamo i telefoni.

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